Autodromo dell'Umbria - Magione
Autodromo dell'Umbria - Magione
Situato in provincia di Perugia e più precisamente nella località di Bacanella, l’autodromo di Magione sviluppa 2.507 metri. E’ un tracciato molto guidato con curve di ogni raggio e un unico rettilineo degno di nota costeggiato a pochi metri da un muro.
Non è una pista dove una moto di grossa cilindrata si sente a suo agio, con leggerezza e agilità ci si possono togliere delle belle soddisfazioni.
La visibilità delle pista é buona grazie a degli alti spalti da cui si riesce ad avere una discreta visuale del circuito.
La più famosa curva è soprattutto quella del Muro, una sinistra da seconda-terza chiamata cosi proprio per la presenza di un Muro al margine. Segue poi il rettilineo più lungo che termina su due curve tra le più difficili dell’autodromo umbro, due destre da raccordare da terza o quarta marcia.
Altro punto critico è il tornantino, una svolta da 180° che si percorre a velocità molto ridotta e dove è facile perdere l’appoggio dell’anteriore. Bella la doppia esse che precede il rettilineo del traguardo.
Storia
Forse in un bar di un piccolo paese alle porte di Perugia, agli inizi degli anni 70, mentre si discuteva accanitamente di corse e di motori, ad un gruppo di amici venne in mente di crearsi la propria pista personale per dare libero sfogo alla propria passione. Era più o meno la primavera del 1972 quando il nucleo della Scuderia Carpine formato da Lorenzo Rondini, Giulio Capolsini, Umberto Mannocchi, Paolo Bietoloni, Gianni Moretti, Francesco Terradura e Giuseppe Tarpani decise di passare dalle parole ai fatti avviando la realizzazione di un piccolo circuito su un terreno di proprietà di uno dei soci nella valle di Bacanella, una località in pianura a pochi chilometri dall’abitato.
L’autodromo di Magione venne inaugurato nella primavera del 1973 e la prima gara che si corse inaugurò una tradizione destinata a divenire un punto fermo dell’automobilismo italiano per almeno un ventennio: la Pasqua del Pilota. Probabilmente quei quattro amici non immaginavano quanta importanza avrebbe assunto negli anni a venire la loro iniziativa, di certo avevano creato la base per la diffusione della cultura dello sport del motore nel centro Italia.
L’autodromo di Magione, che al tempo era uno dei più piccoli d’Italia con una lunghezza di 1650 metri, in breve divenne un impianto di rilevanza nazionale e fu teatro di sfide importanti in tutte le categorie che disputavano una o più prove di campionato sul piccolo impianto umbro che , a dispetto dell’esigua estensione della pista, era considerato molto tecnico e divertente. Povero nelle strutture (all’inizio vi erano solo una decina di box aperti) l’autodromo di Magione, disponeva però di una grande tribuna coperta capace di contenere fino a 3000 spettatori, gradinate che erano quasi sempre gremite di appassionati pronti ad acclamare gli astri nascenti del momento.
Sul podio di Magione in quegli anni si sono alternati i più bei nomi dell’automobilismo italiano come Michele Alboreto, che nel settembre 1979 vinse una prova del tricolore di F.3 precedendo un giovanissimo Enzo Coloni, o Elio De Angelis che nell’agosto del 1977 vinse una gara di Formula 3 partendo dall’ultima fila. I primi anni di vita del circuito di Magione furono particolarmente intensi e ricchi di manifestazioni non solo automobilistiche ma anche motociclistiche. La nascita dell’impianto infatti concentrò subito l’attenzione dei motoclub della zona tra cui quello di Spoleto che fin dall’inaugurazione dell’impianto ha sempre organizzato manifestazioni di rilievo nel campo delle due ruote arrivando a portare a Magione anche i campionati italiani.
Ma il grosso dell’attività sportiva della pista umbra ha riguardato l’automobilismo. Oltre ai campionati italiani su questa pista si sono alternati nel tempo tutti i vari trofei monomarca, centinaia di gare club, ma anche manifestazioni itineranti come la Coppa Italia Autostoriche o il Giro d’Italia che facevano tappa sul circuito del Trasimeno per le prove speciali di velocità. Fino al 1979 l’impianto fu gestito dalla Scuderia Carpine che ne aveva affidato la direzione a Walter Berardi, personaggio che molti considerano il “papà” dell’automobilismo umbro dell’era moderna.
I costi gestionali sempre più consistenti e gli scarsi ricavi di gestione misero in seria difficoltà la Scuderia Carpine che alla fine degli anni 70 mise in vendita l’impianto. Subito tra gli addetti ai lavori si diffuse il timore di veder scomparire il tracciato. La zona infatti si stava sviluppando e diversi operatori dimostrarono interesse per quella vasta area dove era possibile realizzare insediamenti sportivi ma anche industriali. In soccorso dell’Autodromo arrivarono però le istituzioni locali capeggiate dall’Automobile Club di Perugia, al tempo presieduto dall’Ing. Massimo Mazzi, che rilevarono l’intera struttura dando così un forte segnale di continuità.
Nella cordata dei nuovi acquirenti era presente anche l’Automobile Club di Terni, il Comune di Magione e l’Amministrazione Provinciale di Perugia che con il loro coinvolgimento vollero dare un segnale di appoggio concreto da parte degli enti pubblici locali a favore non solo della sopravvivenza ma anche e soprattutto dello sviluppo dell’impianto. Con la nuova gestione dell’ACI l’Autodromo di Magione venne ribattezzato Autodromo dell’Umbria e intitolato alla memoria di uno dei più grandi piloti italiani del passato, il ternano Mario Umberto Borzacchini.
L’Autodromo ha vissuto lo sviluppo maggiore nell’ultimo decennio grazie ad una serie di interventi che hanno reso la pista e le strutture non solo più sicure ma anche adeguate ad ospitare un numero maggiore di spettatori e gare di importanza nazionale ed internazionale. Il passo più importante riguarda però l’ampliamento della pista, che a metà degli anni 90 è stata allungata passando dagli originari 1650 metri agli attuali 2507. Parallelamente sono state adeguate anche le infrastrutture con la creazione di un nuovo e più ampio paddock, la realizzazione di venti box e della nuova palazzina servizi comprendente la direzione gara, la sala stampa e la cabina di cronometraggio.
Il Borzacchini oggi è un impianto moderno ed in continua evoluzione, al passo con i tempi e soprattutto adeguato alle esigenze di chi pratica l’attività agonistica. La sua collocazione geografica, proprio al centro della penisola, lo rende facilmente raggiungibile da ogni parte d’Italia e per questo motivo, oltre alla consistente attività sportiva, la struttura è utilizzata da diverse scuole di pilotaggio per auto e moto italiane ed estere, per manifestazioni private o per presentazioni di vario tipo e comunque legate al mondo delle due e delle quattro ruote.
il Circuito
L’autodromo di Magione è il circuito adatto per provare le prime emozioni della guida in pista con le nostre moto. Per chi non ha mai girato in pista oppure per chi ancora non lo ha mai fatto a Magione ecco alcuni consigli. Il circuito è lungo 2507 metri, azzerando il contakm potremo sapere quanti giri abbiamo fatto. Prima di entrare in pista è importante regolare le sospensioni per irrigidire il comportamento della moto e renderla più stabile e meno soggetta ad ondeggiamenti. Ridurre di qualche scatto l’estensione e la compressione della forcella anteriore può essere sufficente.
L’ingresso in pista avviene appena dopo il traguardo, il primo giro serve per scaldare le gomme e non è necessario andare subito forte. Memorizziamo la posizione dei commissari di pista che con le loro bandiere segnalano possibili situazioni di pericolo o la fine dei turni. Proviamo a ‘capire’ ogni curva, quale traiettoria fare, cosa fare subito dopo, se prepararci ad un uscita di curva con il gas spalancato oppure essere pronti a buttare giù la moto dall’altra parte. La pista di Magione presenta due rettilinei principali e due zone di curve che li raccordano. La prima curva alla fine del rettilineo dei box è la ‘traliccio’. In questa curva si arriva molto veloci, è importante staccare bene tenendosi sulla sinistra e chiudere subito sulla corda.
In uscita teniamo il gas spalancato e portiamoci sulla destra perché ci aspetta un piccolo rettilineo prima dei ‘vecchi box’. Questa curva è da ginocchio a terra, uscite con il corpo ed appoggiate la saponetta sinistra sull’asfalto. La curva successiva arriva subito dopo un brevissimo tratto dritto, è la ‘esse tornantino’ da percorrere già pronti a buttare la moto dall’altra parte per affrontare il ‘tornantino’, una curva stretta a destra impegnativa e dove è facile sbagliare allargando. Appena dopo il ‘tornantino’ un’altra curva a destra, il ‘muro’ ci porterà sul rettilineo principale.
Questa curva è molto facile da percorrere ma pochi azzeccano la traiettoria giusta, infatti si è tutti presi dallo spalancare il gas che non si fa attenzione all’uscita di curva. Proviamo a tenerci sulla corda e appena superata spalanchiamo il gas portandoci a sfiorare il cordolo sinistro che già siamo sul rettilineo. Questo va percorso in velocità mettendoci in carena, come riferimento per la staccata ci sono dei cartelli al termine che segnalano la distanza, iniziate staccando tra 150 e 100 poi dopo qualche giro provate a farlo tra 100 e 50 e così via. La prossima piega è il ‘curvone’, questa volta limeremo la saponetta destra, infatti la curva è ampia e regolare.
Unica attenzione è l’asfalto che in certi punti presenta delle zone di raccordo, ma se seguiamo la traiettoria ideale non le attraversiamo. In chiusura di curva non abbiamo il tempo di ritirare su la moto che subito ecco la ‘monte sperello’, una curva che chiude di più e che preannuncia un tratto dove dovremo agire di continuo di braccia e di gambe per indirizzare la moto. Sempre fondamentali sono le traiettorie, chiudete sulla corda, uscite comunque con il corpo, per scendere in piega senza uscire con il corpo occorre inclinare molto di più la moto e specie con il Monster è tutto un grattare scarichi e leve (lo scarico destro e la leva del cambio a sinistra per primi).
Invece uscendo con il corpo dalla sella ginocchio a terra la moto tocca di meno e si rischia meno. Le curve sono la ‘zampini’ la ‘prima esse’ e la ‘seconda esse’ che appena superata ci fionda sul rettilineo del traguardo, emozionante e da percorrere portandoci sulla sinistra per prepararci nuovamente alla staccata della prima curva. L’asfalto del circuito ha un buon grip, dopo qualche giro le pieghe saranno molto più accentuate di quelle che si possono fare su strada. Occorre però fare attenzione a due cose: fuori dalle traiettorie c’è il solito sporco da evitare e occhio ai cordoli.
Sono secondo me il pericolo maggiore, evitateli con cura, esternamente non sono piatti ma hanno una struttura ad onde, se ci finiamo la moto si scompone tanto maggiormente quanto più abbiamo irrigidito le sospensioni. Internamente sono inclinati e presentano un leggero scalino, magari dopo qualche giro potremo appoggiarci le saponette ma evitiamo di finirci con le ruote. I punti più a rischio sono l’uscita del ‘tornantino’ e il misto prima del rettilineo del traguardo.
informazioni
Indirizzo: Località Bacanella, 06063 Magione (Perugia)
Telefono e fax: 075 / 840303 – 841357
Lunghezza: 2.507 metri
Sito Internet: www.autodromomagione.com
Da Bologna:
Uscire dall’autostrada A14 a CESENA e seguire per PERUGIA/ROMA sulla E45 fino ad imboccare a P.S.GIOVANNI il Raccordo Autostradale Perugia/Bettolle. Proseguire fino all’uscita MAGIONE
Da Firenze:
Uscire dall’autostrada A1 a VALDICHIANA e seguire per PERUGIA sulla S.S.75 bis fino all’uscita MAGIONE
Da Perugia:
Seguire la S.S.75 bis in direzione FIRENZE fino all’uscita MAGIONE
Da Roma:
Uscire dall’autostrada A1 a ORTE e seguire la E45 in direzione PERUGIA fino ad imboccare a P.S.GIOVANNI il Raccordo Autostradale Perugia/Bettolle. Proseguire fino all’uscita MAGIONE